spiegazione1 “La lunga rappresentazione, che dura circa tre ore, si snoda tra i vicoli del centro storico di Vallata, fino a raggiungere la piazza del paese e ritornare infine in chiesa, al punto di partenza.

La processione è una sorta di rassegna di effigi. Sfilano, in ordine, oggetti che ricordano gli ultimi episodi della vita di Gesù. Dall’entrata a Gerusalemme alla flagellazione, dalla condanna a morte al Calvariocon l’esposizione dei cosiddetti Misteri

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Ogni simbolo racconta un momento particolare: lo stendardo Hosanna ricorda il grido di giubilo con cui Gesù fu accolto la domenica delle Palme ma subito dopo una croce, puntellata di oggetti,

spiegazione3preannuncia la Passione. Nell’orto degli Ulivi infatti, come narra il vangelo di Marco, poco prima dell’arresto, Gesù “iniziò a sentire paura e angoscia”. Il Gallo, non a caso, rimanda al tradimento di Pietro mentre la mano riporta agli schiaffi subiti da Gesù in occasione della prima sommaria sentenza di morte in casa di Caifa, capo del sinedrio ebraico. Funi, flagelli di ferro e una corona di spine: sfilano gli strumenti della Passione.

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Dal processo giudaico al processo romano, con la sentenza di Pilato, il racconto si snoda attraverso una ricca esposizione di oggetti. Lo stendardo dell’aquila latina introduce il ricordo del viaggio al Calvario. 

Avanza il piccolo squadrone, con giovani del paese in armatura romana. Vengono ricordati la condanna e il gesto della Veronica.
L’arrivo del grande squadrone, preceduto dall’emblema di Cesare Imperatore, segna invece il passaggio al Calvario. Ancora una volta tutti gli oggetti portati in processione concorrono a rievocare la Passione di Cristo. Ci sono anche i dadi con cui i soldati tirarono a sorte la tunica di Gesù. ”
FONTE: Loredana Zarrella (giornalista de “Il Mattino” e “Tesori d’Irpinia”)

Tra i tanti oggetti si distinguono anche manufatti e tele di antica fattura. Il più antico è un arazzo, il Gonfalone della morte, della fine del XVII secolo.